Dati ABI: le banche italiane riducono gli utili ma appaiono solide
Qualche giorno fa sono state presentate le semestrali ABI al 31 dicembre 2008, basate sui bilanci di fine anno di un campione di 41 gruppi bancari: le banche italiane soffrono la crisi, ma soprattutto come contrazione degli utili (diminuiti del 56%) che come esposizione a rischi (le sofferenze rimangono ad un “accettabile” 1,4%), uno scenario che appare dunque più solido rispetto a Paesi quali gli USA o la Gran Bretagna, anche per la minore “tradizione” nel ricorso al debito da parte delle famiglie italiane, e quindi ad una complessiva minor esposizione a rischi.
Ci sembra interessante citare alcuni dati di bilancio aggregati relativi alle banche italiane:
Roe (Return On Equity): in diminuzione, al 5% nel 2008 contro 11,9% del 2007.
Commissioni: -13,3% rispetto al 2007.
Spese amministrative: +1,4% (su cui pesa principalmente la categoria “spese diverse da quelle del personale”, che segna +5,8%).
Utile netto: -56% rispetto al 2007.
Totale attivo: +3,9% rispetto al 2007, raggiungendo 2.631 miliardi di Euro. La parte più rilevante dell’attivo è data dai crediti verso i clienti (il 63,8% del totale attivo, in crescita rispetto al 2007).
Sofferenze: 1,4%, in leggera crescita rispetto all’1,3% del 2007 (in valore assoluto, si passa da 20,6 miliardi a 23,9 miliardi)
Patrimonializzazione: Il tier 1 capital ratio passa dal 6,76% del 2007 al 6,90% nel 2008. Il total capital ratio passa da 9,68% al 10,44%.
Si tratta di dati che quindi indicano una buona solidità delle banche italiane, che sembrano avere risentito relativamente poco (se non a livello di utili, come anticipato) della difficile situazione che il sistema bancario ha attraversato nella seconda metà del 2008, e sta continuando ad attraversare, anche se non devono essere interpretati come un’indicazione che “va tutto bene” e non ci sia niente da migliorare.
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